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La trama de Il Treno Fantasma

Prendendo spunto dal titolo, si può dire che Il Treno Fantasma è un lavoro costruito su due binariil primo quello della storia di Paolo, giovane milanese partito per la guerra nel gennaio del 1942 con begli ideali e molto entusiasmo per ritrovarsi poi coinvolto in un’avventura senza fine. L’altro binario, parallelo al primo, riguarda l’evolversi della seconda guerra mondiale sul fronte europeo, che si interseca in modo stretto con la storia di Paolo e il cui andamento viene addirittura influenzato da eventi che vedono coinvolto lo stesso protagonista.Il tutto è “condito” da piccoli aneddoti inediti sulla Milano bombardata, sugli stenti causati dalla guerra e sugli spostamenti, quasi sempre in treno e difficoltosi, data la situazione.

Anche la documentazione appare interessante, adeguata ed opportuna. Vanno rilevati due elementi inediti di una certa importanza: l’episodio della fuga del Re per la via Tiburtina e l’episodio del “Treno fantasma” che dà il titolo al libro. Del processo omonimo, che ha coinvolto molte cariche militari della Repubblica Sociale Italiana si è perso traccia. Dopo la vittoria partigiana e alleata sono andati perduti o caduti nel dimenticatoio infatti molti archivi e documenti riguardanti le milizie della cosiddetta “Repubblichina”. La vicenda è oscura e di difficile decifrazione, e anche alla fine del processo la verità non viene a galla, ma in qualche modo è rivelatrice di comportamenti e modi d’essere di un’Italia allo sbando.

Il testo è molto ricco. In particolare sono di estremo interesse storico gli aspetti della velocità/lentezza delle notizie (personali e di guerra); gli spostamenti in Italia in treno e altri mezzi di fortuna raccontano molto bene la situazione. La fame, i bombardamenti, gli espedienti degli italiani per cavarsela narrano verità attuali che sono sottolineate adeguatamente. L’episodio della fuga del Re è storicamente assai prezioso in quanto documenta una testimonianza “dal vivo” di un evento fra i più importanti di tutta la storia d’Italia.

 

Il personaggio di Paolo

Il personaggio di Paolo: l’ingenuità buona e l’onestà colpiscono molto, colpisce anche e soprattutto il mancato abbrutimento del carattere dopo anni di guerra (laddove la guerra rendeva belve le persone). La maturazione del personaggio verso gli ideali partigiani e di libertà non ne mutano il carattere. La personalità semplice e diretta del protagonista e la naturalezza con la quale viene travolto dagli eventi sono il vero filo conduttore del libro ed il suo punto di forza. La storia di Paolo e la sua avventura militare è raccontata bene e con sensibilità. Il finale è un’autentica commemorazione del 25 aprile, piena di significati e di speranze per il futuro della nostra Nazione.

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IL TRENO FANTASMA - ODISSEA DI UN SOLDATO
 

Questa storia, anche se a tratti può apparire "romanzata", è nel suo intero rigorosamente vera. Massimo Brunello rivisita la Seconda Guerra Mondiale dal gennaio 1942 all'aprile 1945 e, con l'avventura infinita che è la Guerra Mondiale personale di Paolo, il protagonista, suo padre, ci trasporta dentro la Storia. Non quella asettica che si studia, in cui scompaiono le esperienze, le emozioni e le incredibili vicissitudini dei protagonisti; ma quella viva, nell'atto stesso del suo formarsi. La pacatezza dell'esposizione non vi inganni, quest'opera è avvincente, le parole scorrono veloci sotto i nostri occhi, ci toccano il cuore e giungono alla mente rendendoci tutti un pochino migliori.

 

Dott.ssa Angela Iannelli Sett. Servizi al Cittadino Comune di Milano, maggio 2013 (Rete Civica Milanese).

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IL TRENO FANTASMA. ODISSEA DI UN SOLDATO

“Il treno fantasma. Odissea di un soldato” è un romanzo storico di Massimo Brunello pubblicato daParallelo 45 edizioni e che procede su due binari ben distinti ma che si intersecano continuamente: da un lato le vicende di Paolo Brunello (1922-2011), un giovane ragazzo milanese che nel 1942 parte per il conflitto mondiale vivendo sulla propria pelle tutti gli orrori e le difficoltà di quei tragici anni, dall’altro le vicende più strettamente belliche con il crollo delle potenze dell’Asse e il disfacimento dell’Italia fascista. L’autore ci racconta di Paolo, un ragazzo umile che vive in una casa di ringhiera, con un padre, Tony, fascista-idealista convinto del trionfo di Mussolini sul mondo intero, con una madre, Resy, coraggiosa e coriacea e una sorella, Wanda, giovanissima e molto carina. Paolo è un ragazzo nato, cresciuto e formato nell’Italia fascista che parte pieno di fiducia verso Trani per svolgere il servizio militare ma che impiegherà poco tempo a capire quanto la realtà della guerra sia altra cosa rispetto a ciò che la propaganda racconta ed ecco che una volta lasciata l’Italia per imbarcarsi verso l’Africa per combattere contro gli inglesi comincia l’odissea di Paolo con l’affondamento della motonave Bengasi su cui era imbarcato, il fortunoso salvataggio e la convalescenza in Grecia, il ritorno in Italia, l’8 settembre e lo sfaldamento dell’esercito, lo sbarco alleato e i terribili bombardamenti sulle città e poi la scelta su cosa fare ed allora Paolo finisce per essere arruolato forzatamente nella RSI, l’addestramento a Klagenfurt, il ritorno in Italia, l’orrore della guerra civile vissuta in Piemonte, la stranissima storia del “Treno fantasma” che lo porterà in carcere e poi la fuga verso le montagne per combattere coi partigiani, il 25 aprile e il ritorno a casa, col matrimonio e la successiva nascita dei figli.

Tre anni intensi, pieni di capovolgimenti, incontri, amicizie, scelte forzate o casuali che l’autore racconta con sincera partecipazione senza però riuscire a trasformare queste gesta in un romanzo pienamente riuscito perché la narrazione si fa spesso meccanica, incerta, debole stilisticamente e la struttura alternata infastidisce parecchio e personalmente avrei consigliato all’autore di evitare queste pagine documentaristiche o di spostarle in coda al romanzo insieme a quelle già presenti. 

Ciò che resta di quest’opera è senza dubbio il personaggio di Paolo che rappresenta quelle migliaia e migliaia di giovani che durante quegli anni furono scaraventati in un orrore senza paragoni. Fra queste migliaia di giovani Paolo fu uno di quei giovani che si situarono nel mezzo una volta crollato il Fascismo: indecisi politicamente ma non per questo menefreghisti, anzi sempre pronti a combattere, senza voler mai rimanere in disparte. Paolo è un ragazzo che vede crollare davanti ai propri occhi il mondo così come lo conosceva: è un intero mondo che viene spazzato via, crolla il fascismo, il Re che scappa e allora con chi schierarsi? Per cosa combattere? Contro chi combattere? Leggendo questo libro ci si accorge che spesso la parte per cui un uomo combatterà è una questione di attimi, di luoghi in cui ci si trova, di amicizie, di incontri. Tutto ciò non per semplificare o banalizzare ma per cercare di evitare quella nauseante retorica dei giudizi morali che giungono a più di mezzo secolo di distanza. Anche se se ciascuno di noi in base ad una propria coscienze e formazione politico/culturale si troverà più vicino a questa o a quell’altra fazione cosa ne possiamo capire noi che viviamo in un mondo come questo dove l’esercito è composto da professionisti, dove non esiste nemmeno più una visita di leva, dove i bombardamenti sono qualcosa di così lontano che vediamo solo sullo schermo, dove qualsivoglia riflessione politica di spessore viene puntualmente evitata? E allora quando si legge di Paolo e di tanti altri giovani come lui che sacrificarono le loro vite per un ideale, giusto o sbagliato che fosse, non si può che rimanere colpiti dagli sforzi che compire per tenere in vita questo paese, dalla loro voglia di vivere, di lottare, senza mai scappare davanti alle difficoltà. In loro colpisce il desiderio di rimettersi in gioco, di ricostruire sulle macerie, di pensare in grande e sono forse questi gli insegnamenti più interessanti da trarre da libri come “Il Treno Fantasma”, insegnamenti che ci si augura possano trasformarsi in uno sprone per noi abitanti del Ventunesimo Secolo spesso così abituati sempre e solo a lamentarci e a coltivare il nostro piccolo orticello di sicurezze e banalità.

Edizione esaminata e brevi note:

Massimo Brunello, nasce a Milano il 21 maggio 1958. Nel 1977 si diploma presso il VII Liceo Scientifico Statale di Milano “Salvador Allende”. Frequenta l’Università degli Studi di Milano dal 1978 al 1983, conseguendo 27 esami nel corso di laurea di Scienze Agrarie. Negli anni ’80 cura una trasmissione radiofonica dedicata alla storia dell’Opera Lirica presso il Network “Radio Popolare”. Per alcuni anni è inviato speciale agli spettacoli del Teatro Alla Scala di Milano, come giornalista per conto del predetto network. Conosce e lavora con giornalisti e scrittori come: Ettore Napoli, Claudio Ricordi, Luca Chierici e Rodolfo Celletti. Ha al suo attivo parecchi articoli pubblicati su riviste e periodici locali di Milano e provincia, su argomenti che spaziano dalla cultura musicale alla politica alla storia.

Massimo Brunello, "Il treno fantasma. Odissea di un soldato", Parallelo45 Edizioni, Piacenza.

Andrea Consonni, maggio 2013 

 
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